6. Mater Amabilis
Sala spagnola
Lorenzo Franchi (Bologna 1575 – Reggio Emilia 1632), Madonna in trono col Bambino e San Giovannino, 1603, olio su tela, cm 257 x 172
Anonimo Aragonese, Vergine in trono col Bambino e Angeli, 1470-80, olio su tavola, cm 200 x 128
Il primo rapporto tra madre e figlio passa attraverso lo sguardo e i gesti. Fin dalle prime rappresentazioni il dialogo intimo tra la Madonna e il Bambino veicola il messaggio cristiano della maternità e costituisce la tangenza tra il divino e l’umano.
Nel grande retablo aragonese la Madonna è rappresentata con l’iconografia tipica della Madonna Odigitia che, con il suo gesto di saluto e accoglienza, indica la strada del divino ai fedeli. Il Bambino esplicita la sua natura divina, trina ed unica, acclamato da un corteo di angeli musicanti i cui strumenti si addicono al tema qui rappresentato. Si tratta infatti di Istrumentis bas: quali il flauto, l’arpa, il liuto , il salterio, l’organo portativo, la ribeca e la viella.
Nell’opera del Franchi la Madonna si fa tramite tra il Divino e il terreno, incarnato da San Giovanni, esplicitando nel suo essere la duplice natura. La composizione piramidale tiene insieme le due sfere creando, attraverso la gestualità, un dialogo circolare al cui centro c’è la Madonna, asse della composizione e allo stesso tempo del messaggio cristiano.