Il progetto “La luce negli occhi. Incontro con l’opera Croce di luce di Claudio Parmiggiani: esperienze e punti di vista” nasce dall’intento di avvicinare e coinvolgere le persone con disabilità che non frequentano abitualmente le sedi museali, attraverso percorsi e strumenti pensati ad hoc.
L’incontro con l’opera Croce di luce, importante installazione dell’artista Claudio Parmiggiani, avviene in penombra, per accentuarne la preziosità e il significato.
Prima di svelare l’opera, c’è un momento di gruppo pensato per alimentare attesa e curiosità, perché l’incontro diventi un’esperienza carica di emozione e magia.
L’intero progetto si gioca sulla relazione con una sola opera, il cui alto valore scenografico può generare empatia nello spettatore e far nascere idee e ispirazioni.
Incontro con l’opera Croce di luce, importante installazione dell’artista Claudio Parmiggiani, avviene in penombra, per accentuarne la preziosità e il significato.
Prima di svelare l’opera, c’è un momento di gruppo pensato per alimentare attesa e curiosità, perché l’incontro diventi un’esperienza carica di emozione e magia.
L’intero progetto si gioca sulla relazione con una sola opera, il cui alto valore scenografico può generare empatia nello spettatore e far nascere idee e ispirazioni.
Esperienza sensoriale: l’opera, costituita di 93 urne che disegnano una croce greca, piena di spezie e pigmenti viene scomposta per indagarne il significato.
Ad entrare in gioco in questa esplorazione sono i sensi: vedere la gamma sorprendente di colori che accendono la meraviglia, ascoltare il silenzio che circonda quest’opera nel momento in cui, “in punta di piedi”, si entra e si rimane incantati. Scoprire che l’aria odora di mondi lontani, ma anche di cose vicine e familiari: “del caffè che bevo la mattina”, “della torta che so fare anch’io”, “di qualcosa che pizzica il naso”, mentre si annusano le spezie che riempiono le urne e “in bocca viene l’acquolina”. Il desiderio di affondare le mani nei colori diventa a questo punto irresistibile, ma questa è un’opera che non si può toccare a meno che qualcuno non ci metta fra le mani i minerali da cui si ricavano i pigmenti e le sabbie colorate per esplorarne la consistenza. Gli educatori hanno realizzato piccoli contenitori con le polveri più significative così da poterne fare esperienza diretta.
Esperienza laboratoriale: un grande quadrato di carta bianca, spatole, pennelli di varie misure e forme, timbri e colori a tempera sono gli strumenti per tradurre le suggestioni raccolte e fatte proprie a contatto con la Croce di luce. Ordine e disordine, contrasti e sfumature, materia e idea diventano ispirazione.
Il piacere di stendere la tempera con i pennelli o con le mani, il foglio che si riempie di colori e sabbie e “diventa bello”, la libertà dei gesti e l’energia creativa, generano fiducia e benessere. Un momento per restituire alla città una prova tangibile del lavoro prezioso e denso di significati che si è costruito tra le sale del museo.
“La luce negli occhi”
un progetto, una mostra, oltre le barriere
La mostra “La luce negli occhi”, ideata dall’architetto Lorenzo Baldini dello Studio Marcel Maure, ha inaugurato sabato 10 dicembre 2016 a Palazzo dei Musei.
L’installazione è composta dalle grafiche prodotte dagli ospiti dei Centri diurni e residenziali per persone con disabilità durante la sperimentazione, avviata la primavera scorsa, di laboratori sensoriali condotti dagli educatori del Dipartimento Educazione dei Musei Civici. All’incontro con l’opera “Croce di Luce” di Claudio Parmiggiani hanno partecipato oltre 100 persone con disabilità.
L’esperienza è stata realizzata grazie al sostegno del servizio Handicap adulto del distretto di Reggio Emilia ed alla collaborazione con i coordinatori ed il personale dei centri per disabili.
Questo evento si è inserito nel programma di iniziative per la “Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità”, ed è promosso dal progetto Città Senza Barriere.
La mostra
La mostra nasce dall’incontro con l’opera “Croce di luce” di Claudio Parmiggiani nell’ambito di un’esperienza emozionante, in cui sono i sensi ad entrare in gioco.
Vedere la gamma sorprendente di colori che accendono la meraviglia, ascoltare il silenzio che circonda l’opera nel momento in cui, “in punta di piedi”, si entra e si rimane incantati. Scoprire che l’aria odora di mondi lontani, ma anche di cose vicine e familiari: “del caffè che bevo la mattina”, “della torta che so fare anch’io”, “di qualcosa che pizzica il naso”, mentre si annusano le spezie delle 93 urne e “in bocca viene l’acquolina”.
Il desiderio di affondare le mani nei colori che diventa irresistibile…
Ma questa è un’opera che non si può toccare a meno che qualcuno non ci metta fra le mani i minerali da cui si ricavano i pigmenti e le sabbie colorate per esplorarne la consistenza.
Ordine e disordine, contrasti e sfumature, materia e idea diventano ispirazione.
Un grande quadrato di carta bianca, spatole, pennelli di varie misure e forme, timbri e colori sono gli strumenti per tradurre le suggestioni raccolte e fatte proprie a contatto con la Croce di luce.
Il piacere di stendere la tempera con i pennelli o con le mani, il foglio che si riempie di colori e sabbie e “diventa bello”, la libertà dei gesti e l’energia creativa generano fiducia e benessere.
In questo contesto il museo diventa luogo di fascinazione, di inclusione sociale e di apprendimento “informale”, laboratorio di esperienze e sperimentazioni in grado di sollecitare pensieri critici e attivi.
Il progetto ha previsto la collaborazione tra Musei Civici di Reggio Emilia, Ausl, Centri diurni e Centri residenziali per disabili adulti.
A cura di: Linda Gualdi, Riccardo Campanini, Giada Pellegrini, Chiara Pelliciari, Mimmo Spaggiari
Progetto allestitivo a cura di: Studio di Architettura Marcel Maure
Per ulteriori informazioni GUARDA IL VIDEO