Racconti per l’eternità

Racconti per l’eternità


Il tema dell’Archeologia lungo la Via Emilia trova qui particolare riferimento agli affacci delle sepolture sulla strada, che fu generatrice di sepolcreti, concepiti come cortine di monumenti che avrebbero dovuto richiamare l’attenzione dei viandanti sulle famiglie e figure più autorevoli della città: ne sono limiti cronologici, gli inizi del primo millennio a.C., quando gli Etruschi creano nella Cispadana un sistema di comunicazioni che possiamo ben definire un’Emilia prima dell’Aemilia, e il Medioevo, quando le vie dei pellegrinaggi spezzano con il sistema delle Romee l’antica unitarietà della Via consolare.

The archaeology along Via Emilia at this exhibition focuses a great deal on the view from the burial stones along the road, that generated tombs that were designed like curtains of monuments that were aimed to draw the attention of the wayfarers on the city’s most influential families and figures: these were marked by two periods of time, in the beginning of the first millennium B.C. when the Etruscans created, in the Cispadana Republic, a system of roads that we can define Emilia before Aemilia, and in the Middle Ages, when the pilgrimage routes broke away from the old, single consul routes with the Roman roads system.

 

Il racconto:

Giulia Grafide, la bambina

Da quando abito a Regium Lepidi le mie notti sono veglie per il rumore assordante dei carri che trasportano merci: cigolano, dondolano e procurano un chiasso insopportabile per tutta la città, trasformando in scossoni anche i più piccoli avvallamenti tra i lastroni della Via Aemilia. Il padre che mi ha adottata dice che questa è una buona strada, lui molto se ne intende, infatti è membro del collegio dei Seviri Augustales, magistrati legati al culto di Augusto. Questo imperatore fece pavimentare la via Aemilia, nel tratto in cui attraversa la città, con i basoli di trachite per renderla più monumentale. Mio padre dice sempre che dobbiamo esser grati agli ingegneri romani perché i basoli son ben saldi, il loro peso e la forma a cuneo ne garantiscono la giusta presa al sottofondo di sabbie e ghiaie. Questa pavimentazione e la forma a schiena d’asino evitano l’accumularsi di fanghiglia e consentono ai muli e ai cavalli di procedere con agio, senza appesantire le zampe nemmeno dopo una pioggia torrenziale. E anche io in questo modo, quando cammino sui marciapiedi ai lati della strada, sono al riparo dagli schizzi!

 

Nella foto: Falera dal corredo della tomba maschile di età longobarda, Reggio Emilia, via Mazzini – angolo corso Cairoli; Musei Civici di Reggio Emilia (foto: Carlo Vannini)


I TEMI DELLA MOSTRA