L’Emilia prima dell’Aemilia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Emilia prima dell’Aemilia


L’allestimento della grande balena fossile rinvenuta nel territorio reggiano pone il tema delle grandi trasformazioni del territorio della regione.

L’esposizione di materiali archeologici provenienti dal Reggiano documenta il tracciato stradale in età preromana, con particolare riferimento al primo Millennio a.C., quando si manifesta una prima utilizzazione del percorso che attraversa il territorio da est a ovest nella fascia di media pianura, vettore di cultura scritta che fa del territorio reggiano uno dei più precocemente interessati dalla diffusione della scrittura di tutta l’Italia settentrionale.

The display of the huge fossil of a whale found in the territory of Reggio sheds light on the huge transformations that this region has seen in its history.
The exhibition of archaeological materials found in and around Reggio makes it possible to trace the original route of the road in the Pre-Roman age, particularly in the first Millennium B.C., when the route that cuts across the plains in the territory from east to west was first used. It thus became a route along which written culture travelled, making the territory of Reggio one of the first to be interested in the spreading of the written word in the whole of Northern Italy.

Il racconto:

Larth Perkalina, l’etrusco del Po

Fu il mio popolo a introdurre in queste terre boreali la magia della cattura delle parole, che permise a tutte le genti padane di cimentarsi in un grande balzo verso il nuovo. E la scrittura conquistò ogni plaga della pianura, viaggiando su una rete di strade religiosamente orientate e accuratamente pavimentate dai nostri avi. Percorrendo una di queste strade la mia famiglia, lasciata Pisa alle foci dell’Arno, superate le giogaie del monte Appennino, si stabilì sulle sponde di un fiume ancora più grande, fiera di avere calcato le orme del nostro patriarca Tarconte.
Fu il mio popolo ad aprire le proprie case a mercanti di paesi lontani le cui imbarcazioni risalivano le correnti del grande fiume, per introdurre nel cuore della pianura i prodotti dell’artigianato dei mari orientali. Fu il mio popolo a trasformare la foresta originaria della grande pianura in una campagna ordinata, nella quale l’acqua non ristagna, defluendo a valle nei fossati e nei canali. Vi cresce la vite, maritata all’olmo, vi pascolano greggi di pecore dalle lane pregiate. Fu il mio popolo a convertire i popoli padani al consumo del vino, assaporato assieme agli amici in feste in cui tutti si diventa uguali, anche gli ospiti delle più varie provenienze, anche chi parla lingue straniere.

 

Nella foto: Materiali da uno dei pozzi di Cà del Cristo; Reggio Emilia, Musei Civici (foto: Carlo Vannini)

I TEMI DELLA MOSTRA