Nell’ambito dell’esposizione Tutto quadra – Tutto tondo. Opere dal 900 a oggi nelle collezioni dei Musei, i Musei Civici di Reggio Emilia presentano il progetto “Millennials”, una serie di approfondimenti legati all’arte del presente entrata a far parte del patrimonio della città.
Sabato 20 maggio alle ore 18.00 inaugura presso Palazzo dei Musei la mostra “Panorama Spaesato” di Pietro Iori. Curata da Alessandro Gazzotti, si tratta di una produzione originale realizzata in relazione alla mostra Tutto quadra – Tutto tondo, una riflessione sull’idea di collezione e di archivio.
La mostra trae il titolo da un’opera di Corrado Costa del 1982, “Panorama Spaesato”; non a caso, poiché il lavoro di Pietro Iori parte proprio dalla riscoperta della collezione della prima moglie di Corrado Costa, Liliana Trabucchi, che conservava presso la propria abitazione una serie di opere di Costa e delle sue frequentazioni intellettuali.
«Questo giacimento di tesori – scrive Alessandro Gazzotti nel testo di presentazione – si era per così dire sottratto alla vista e ripiegato in sé, e così era necessario che qualcuno lo scoprisse di nuovo. Iori lo fa mettendo in campo tre azioni: la prima, fotografando la casa così com’era un attimo prima che essa venisse smantellata (…). La seconda azione: ricomponendo la collezione in modo che essa continuasse ad emergere seppur priva del suo contesto. Iori ricontestualizza la collezione in uno spazio differente, vivo (…), che a sua volta viene fotografato e inserito nel percorso espositivo (…). La terza azione consiste nell’organizzare tutto il materiale raccolto in una rappresentazione. (…) Iori mette in scena una relazione tra spazio simulato e spazio reale per garantire l’emergenza di quel paesaggio privato e dargli nuova vita. Allo stesso tempo, la doppia relocazione della collezione (opere, volumi, oggetti personali…) genera un nuovo livello narrativo: la continuità di un universo spezzato e non più esistente, quello che le ha contenute fino alla propria dissoluzione, in un altro spazio, con un’alta vita. Ma in tutto ciò l’artista qui è diverso dal collezionista, ne è per così dire antitesi: alle rappresentazioni della collezione, dello spioncino da cui osservare non visti un mondo che non vuole comunicare con quello da cui lo si guarda, Iori colloca l’emergenza dell’oggetto reale. Esso non esce dal suo contesto, piuttosto vi ritorna in quanto tale; nella sua fisica esistenza di oggetto, e nel suo valore culturale e antropologico di opera d’arte. L’opera infatti è sostanzialmente ribelle alla sottrazione di sé agli sguardi, poiché essa già li contiene. Gettando la sua ombra sugli scorci della collezione, sovrapponendosi idealmente al suo doppio rappresentato, ne smaschera la superficie da un lato, e mette in scena la propria concretezza dall’altro in un gioco metalinguistico che svela tutti i limiti della rappresentazione: la cornice delle foto, la fotografia stessa come rapporto imperfetto con la realtà, la presenza dell’oggetto rappresentato come affermazione tautologica e negazione dello spazio simulato. Rimane una questione lasciata volutamente irrisolta dall’autore: cosa stiamo guardando? L’opera? La fotografia della collezione? O una grande installazione che include entrambe queste cose? Iori costruisce un gioco di scatole cinesi tra opere d’arte – quelle della collezione, quella di Iori che le contiene – che fa cortocircuitare i giudizi di valore sui singoli oggetti, peraltro confusi con i semplici oggetti d’affezione della casa, e sull’opera complessiva».
La mostra sarà visitabile da martedì a venerdì ore 9.00-12.00, sabato, domenica e festivi ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00.
Pietro Iori è nato a Reggio Emilia nel 1973. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1998. Tra il 1997 e il 1998 partecipa a un progetto interculturale trasferendosi a Berlino e lì esponendo. In Germania partecipa anche alla collettiva presso White Box di Monaco nel 2004. Nel 1998 espone all’istituto di Cultura Germanica di Bologna e nel 2004 all’Istituto di Cultura Francese di Torino, a cura di M. Bertoni e Dispari & Dispari. Partecipa a fiere nazionali ed internazionali (MIA, ArtParis) con Gallerie Bonioni Arte ed Eidos Immagini Contemporanee. Prestigiose le partecipazioni pubbliche quali Contro-e-vento, (Museo del Mare di Genova, 2006); Fotografia europea: la città e l’Europa (Centro Internazionale Malaguzzi, Reggio Emilia, 2007 a cura di F. Baboni e S. Taddei); Il pittore e il pesce (Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, 2008); 53° Premio Termoli, (Galleria Civica Termoli, a cura di V. Dehò); Il viaggiatore assente, Risorta, (personale 2008-2015, Bonione Arte); Intimate Travel (Scavi Scaligeri, Verona, 2010, a cura di S. Raffaghello); Passo dopo passo (Capri 2010, a cura di R. Chiessi e A. Boniello); Dentro di sé, fuori da sé, (II Biennale di Video e Fotografia Contemporanea, Alessandria, 2011, a cura di R. A. Caruso); Dans l’atelier du photographe: La photographie mise en scène, a cura di A. Cartier-Bresson (Musée Bourdelle, Parigi, 2012); Obbligatoriamente transitori (Colorno Photo Life, Reggia di Colorno, 2013). Nel 2011 è presente alla 54° Biennale di Venezia. Nel 2014 partecipa alla mostra I have a dream, (Palazzo Reale Milano, a cura di M. Proietti e R. A. Caruso).
L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione
Info:
0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
Durante gli orari di apertura della sede.
musei@comune.re.it