Camicia rossa e ginnastica o dell’impeto

Tra le camicie rosse garibaldine, conservate al Museo del Tricolore, c’è anche quella di Enrico Camparini. Camparini, che apparteneva a una famiglia di indomiti repubblicani, era nato nel 1841. Nel 1859 era partito volontario, nel 1860, da caporale, prese parte all’assedio dell’ultima cittadella borbonica Civitella del Tronto, combatté in Abruzzo contro il brigantaggio e nel 1867 militò tra i volontari garibaldini di Mentana. Rientrato a Reggio, Camparini ottenne la nomina a insegnante governativo di ginnastica e nel 1870 inaugurò la sua palestra.
Si trattava di un cortile rettangolare di 45 per 50 metri collocato alle spalle della Basilica della Ghiara (ove oggi sporge il palasport). Annessi vi erano un tiro a segno e, al coperto, la scuola di scherma. Il primo anno, tra studenti e privati cittadini, le lezioni di ginnastica furono seguite da 671 iscritti. Camparini si dimostra, come risulta da un suo opuscolo del 1872, assolutamente convinto che la ginnastica possa produrre «copiosi e salutevoli effetti quando si sarà potuto risolvere il problema di proporzionare lo sperpero delle forze organiche prodotte da qualsiasi lavoro manuale o intellettuale col reintegro che alle varie parti dell’organismo portano i vari esercizi ginnastici».
Gli atleti erano seguiti dal dottor Azio Caselli, al cui nome è legata la cannula per la trasfusione del sangue. Nella sua ansia missionaria per la valorizzazione degli esercizi ginnici Camparini giunse a brevettare una palestra portatile grossa come un mobile di casa: alta 3 metri, lunga 3 e larga 2, era fatta di legno di rovere e di noce bianca. Costava 250 lire nel modello base, 400 se si aggiungevano strumenti ortopedici per paralitici o gibbosi.
Sul finire della carriera Camparini dové combattere contro un rivale insidioso: il football. Camparini fa sapere, attraverso stampa: «Siccome l’impeto e la giovanile spericolatezza con la quale esuberanti giovinotti si dedicano a questa specie di esercizio hanno dato luogo a diversi incidenti e siccome non è possibile disciplinarlo, ho dovuto impedirlo per non compromettere l’integrità di frequentatori della palestra». Enrico Camparini morì nel 1909, nel 1911 nacque il Reggio football club e nel 1919 la Reggiana A.C.