La sala del Tricolore prima del Tricolore

Un decreto del duca Francesco III dell’11 Novembre 1768 ordina di provvedere in Reggio alla formazione di un archivio generale del Ducato Reggiano. In seguito a questa ingiunzione il Senato incarica l’architetto Ludovico Bolognini di mettere mano alla ristrutturazione del palazzo, ricavando una sala atta a contenere l’archivio. Bolognini presenta il suo progetto il 25 Ottobre 1772 (anche allora i tempi pubblici non peccavano di velocità), ai disegni, per meglio esemplificare il suo intervento, aggiunge uno splendido modello ligneo realizzato dal falegname Giovanni Benassi. Ha origine così, per servire da archivio, quella che noi conosciamo come sala del Tricolore.
E’ curioso ricordare come, per permettere l’adeguamento del piano terreno e degli spazi retrostanti, siano state sfrattate le due osterie del “Pomo d’oro” e della “Sirena”, le carceri, le stalle e l’antico bordello. Al centro della sala fu posto il “Cristo portacroce” del Clemente, attualmente in San Prospero. Si provvide anche a decorare l’atrio porticato. Ricorda il cronista Luigi Valli “Nell’anno 1775 furono, sull’esempio di molte altre città italiche, raccolte tutte le lapidi che si trovavano sparse per la città nostra e ridotte sotto il portico del palazzo Comunale”. Non estranea alla scelta espositiva doveva essere la volontà di rivendicare, attraverso l’ostensione dei passati fastigi, la storia e la tradizione di una perduta, ed ora riaffiorante, autonomia cittadina. La disposizione scelta (nella parte destra le epigrafi romane, nella sinistra quelle medievali, tutte sormontate dalla statua di Marco Emilio Lepido, fondatore di Reggio, ai piedi dello scalone che si deve percorrere per accedere all’archivio storico cittadino) sembra indicare un percorso che dall’antichità ai tempi attuali mostra la specifica originalità della nostra storia.
Le lapidi, recuperate da Gaetano Chierici, sono ora esposte nel Portico dei Marmi. (A. M.)
DOVE: Portico dei Marmi