Correndo con Ghirri

Nella primavera del 1988, dopo 15 anni di serrata, la Galleria Parmeggiani era pronta per la riapertura. Non era stata semplice la decisione, presa da Giancarlo Ambrosetti, di ricostruire l’allestimento originale voluto da Luigi Parmeggiani.
In quegli anni erano preferite, anche nelle collezioni storiche, ristrutturazioni che privilegiassero la fruizione didattica. Si era trattato di recuperare non solo la disposizione delle opere ma anche i tinteggi, le boiseries, gli arredi, le teche, le fonti di luce. La Galleria si presentava come una fascinosa commistione tra la casa museo, tipica della cultura eclettica, e il negozio d’antiquariato che Parmeggiani gestiva a Parigi.
Era necessario documentare con immagini questo allestimento ed era altrettanto necessario che la documentazione fosse in grado di cogliere con estrema sensibilità il fascino di questa commistione. Luigi Ghirri accettava questo incarico. Nell’ultima settimana di maggio Ghirri si chiudeva in Galleria: come improvvisati collaboratori lo assistevamo io e Gino Orlandini. L’attrezzatura era assai ridotta: macchina con cavalletto, piantane con i fari fissi, alcuni fari mobili, pellicola per diapositive cibachrome. Il grosso problema era garantire agli ambienti un’illuminazione che, pur caratterizzata dai punti luce originali, risultasse omogeneamente diffusa e parimenti mettesse in risalto la preziosità degli ori, dei tessuti, dei dipinti. Bisognava pure garantire la leggibilità degli interni, il gioco “a cannocchiale” degli ambienti, i diversi piani di livello, i rapporti cromatici tra pavimento, boiserie, pareti e soffitto. Ghirri risolveva il problema facendoci correre; impostava le luci fisse, teneva tempi di posa lunghissimi mentre io e il mio collega ci muovevamo, in fretta, negli spazi non inquadrati, spostando alternativamente il fascio di luce dei fari mobili presso il cavalletto, dal centro dell’ambiente alle teche ed ai pavimenti. Ghirri rimaneva immobile presso il cavalletto, io e Gino Orlandini ci agitavamo parecchio. Dopo 4 giorni piuttosto faticosi il nostro lavoro giungeva a conclusione. Ghirri produceva diverse prove di stampa, mat e supermat, che donavano all’immagine luminescenze metalliche. Queste prove di stampa sono le foto esposte per la prima volta in questa occasione. (A.M.)
Dove: For Inspiration Only, Sala Diorama B