Alfonso Chierici (Reggio Emilia 1816 – Roma 1873) – La cacciata dei profanatori dal tempio, 1844 – Olio su tela, cm 466 x 314
L’opera viene consegnata alla Comunità di Reggio nel 1844 come saggio del lungo pensionato artistico che aveva consentito a Chierici di entrare in contatto con la cultura artistica romana (a Roma l’artista resterà poi tutta la vita).
Rispetto al tema, che bene si presta a soluzioni tumultuose e movimentate, Chierici mostra la sua cultura purista (stretto il rapporto con Tommaso Minardi) nella scelta di una calibrata scansione spaziale che distribuisce gli episodi con studiata giustapposizione recuperando la lezione prospettica di Raffaello.
L’opera è particolarmente apprezzata dai contemporanei per il rigore filologico nell’individuazione dell’architettura di sfondo e delle figure e per la severa nobiltà della figura del Cristo. Esposta a Brera nel 1845, farà esclamare ad Hayez “Chierici è artista che offusca tutti noi!”.