Le incisioni rupestri del Monte Lulseto,
un antico scenario figurativo sulle pareti rocciose della val Tassaro in comune di Vetto
Massimo Bizzarri, Gianni Riccò Panciroli, Giuliano Cervi
Domenica 29 gennaio alle ore 16.00, nell’ambito del ciclo “Il Tè delle Muse”, saranno per la prima volta illustrate al pubblico reggiano le incisioni su roccia che il comitato scientifico del CAI di Reggio Emilia ha scoperto nella primavera dello scorso anno nell’area del monte Lulseto, in val Tassaro, comune di Vetto d’Enza. Dopo la scoperta, alcuni esperti dell’Università di Bologna hanno proceduto all’accurato rilievo del complesso incisorio utilizzando la tecnica innovativa del laser scanner, che ha consentito di ottenere la rappresentazione tridimensionale del manufatto, estraendone anche ulteriori elementi di interesse.
Saranno mostrate in anteprima queste suggestive immagini che svelano un insospettato scenario relativo ad un periodo probabilmente molto antico della frequentazione umana dell’appennino. Nel territorio alpino, infatti, sono relativamente frequenti le testimonianze di incisioni su roccia, inquadrate in un arco temporale che dal paleolitico superiore giunge all’età storica; tutto ciò non accade invece in Appennino, ove, probabilmente a causa di un tipo di roccia assai meno resistente alla azione disgregante degli agenti atmosferici ed alla relativa rarità di grandi superfici rocciose esposte, queste documentazioni sono assai scarse e localizzate. Nel caso delle incisioni su roccia del Monte Lulseto, si assiste ad una rara concentrazione di fattori sia di tipo geologico che geografico, che hanno consentito la conservazione di tutta una serie di emblematiche incisioni le cui caratteristiche hanno caratteri simili ad altri analoghi petroglifi presenti in area alpina. In assenza di documentazioni archeologiche di tipo stratigrafico, non è ancora possibile procedere alla datazione delle incisioni della val Tassaro, se non per analogia nei confronti di altri complessi italiani già studiati. L’aspetto singolare di ciò che è stato ritrovato in val Tassaro risiede nel fatto che una serie di profonde solcature connesse a profonde coppelle paiono ricondurre la grande roccia che reca le incisioni ad un probabile luogo di culto pre-protostorico. Questi aspetti saranno illustrati da Giuliano Cervi del Comitato Scientifico Centrale del CAI, dopo i saluti del Sindaco di Vetto e del Presidente della sezione CAI di Reggio. Gianni Riccò Panciroli, presidente del comitato Scientifico Sezionale del CAI reggiano, descriverà invece le circostanze della singolare scoperta.
L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione.
Info:
0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
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